Edoardo Limitrofo, “Patata meccanica”, A.R.D., L’Aquila 1997, pp. 160, € 12,00.
E’ il racconto delle sedute di psicoterapia che l’autore faceva da giovane. Ispiratosi al più celebre libro “Arancia meccanica” e all’omonimo film, Limitrofo si divertiva a raccontare alla psicoanalista, come presunti sogni notturni, storie macabre e violente con vittima la sua dottoressa (laddove la patata è la vulva, più specificamente quella della psicoanalista stessa), ovviamente tutte inventate. A esse si aggiungono le spiegazioni della dottoressa, che diagnosticò gravi disturbi della personalità, dei quali però l’autore nega l’esistenza, benché un lettore possa essere indotto a pensare il contrario.