Pitagora

Pitagora nasce a Samo, in Asia minore, ma passa molto tempo a Crotone.
Sembra che Pitagora non abbia scritto nulla.
La scuola di Pitagora era una scuola con accesso chiuso, cioè dove non si poteva entrare liberamente. All’interno di questa scuola gli insegnamenti potevano essere detti solo ai matematici.
Questi insegnamenti venivano spiegati con Pitagora dietro una tenda, quindi gli altri lo potevano solo ascoltare.
Gli insegnamenti Pitagorici furono creati probabilmente non da Pitagora ma dai membri della sua scuola.
La relazione tra Pitagora e i suoi studenti faceva in modo che nessuno poteva mettere in dubbio quello che Pitagora spiegava e sembra che nella scuola ci fosse un motto (una frase che si diceva spesso): “ipse dixit”, cioè “l’ha detto lui”.
I membri della scuola credevano che Pitagora parlasse in nome del dio Apollo perché si diceva che avesse imparato i propri insegnamenti attraverso Temistoclea, che era una sacerdotessa (come un prete) di Apollo che si trovava a Delfi (città greca).
C’erano due tipi di dottrine (insegnamenti):
– Dottrine esoteriche, che potevano essere conosciute solo da quelli che erano stati scelti e che rimangono segrete
– Dottrine essoteriche, che potevano essere conosciute da tutti.
Dopo gli otto anni di silenzio si diventava matematici e si poteva conoscere le dottrine esoteriche.
Quando si entrava nella scuola si metteva in comune tutto ciò che uno aveva.
La struttura della scuola pitagorica va in crisi quando vengono scoperti i numeri decimali.
La scuola pitagorica vuole andare oltre il teorema di Pitagora per cercare una relazione tra il cateto e l’ipotenusa. Questa relazione dicevano che era incommensurabile, cioè non si poteva dire con un numero. I membri della scuola di Pitagora non pensavano che un numero potesse essere decimale
Il numero rappresentava il punto geometrico, e il punto geometrico è la parte più piccola dello spazio quindi dividere il numero significava dividere il punto ma per loro non si poteva. Infatti non si può dividere la parte che è già la parte più piccola che esista.
La scuola pitagorica capisce di aver fatto un errore. Il credere nel numero intero è falso e l’aritmogeometria, cioè la geometria che si basa sull’aritmetica, è sbagliata perché non esistono solo numeri interi.
Ippaso di Metaponto è un matematico che dimostrerà la relazione tra ipotenusa e e cateto e da quel momento l’aritmetica e la geometria vengono separati.

Secondo i Pitagorici l’uomo era formato di psyche (anima) e soma (corpo). I Pitagorici dicevano che il corpo è la tomba dell’anima. Il corpo rende impura (sporca) l’anima. Il corpo è una prigione e la vita è come una punizione. L’anima doveva purificarsi e la filosofia era un modo per farlo, l’altro modo per purificarsi erano le pratiche ascetiche, cioè attraverso azioni che allontanavano l’uomo dalla realtà dei sensi (quindi l’uomo resta senza mangiare, senza bere, da solo perché il contatto col mondo lo sporca).
I desideri allontanano l’uomo dalla conoscenza. Il corpo distrae l’uomo dalla ricerca della verità.
I Pitagorici pensavano che quando una persona moriva l’anima si liberava del corpo. Dopo la morte l’anima poteva reincarnarsi (cioè andare in un altro corpo) oppure poteva arrivare ad una condizione divina (cioè poteva essere come un dio). Le pratiche ascetiche permettono di arrivare ad una condizione divina, se non si fanno pratiche ascetica l’anima resta più attaccata al corpo e quindi dopo la morte si reincarnava.
Questo passaggio dell’anima viene chiamato metempsicosi.
L’anima si reincarnava anche perché aveva una colpa originaria da pagare e quindi si reincarnava per purificarsi.

Per Talete la terra era un disco piatto che galleggiava sull’acqua. Per Anassimene era un disco piato che galleggiava sull’aria. Per i Pitagorici è diverso. Per i Pitagorici la Terra è una sfera, perché secondo loro la sfera è la figura geometrica più perfetta.
Secondo Filolao, un pitagorico, i corpi celesti (i pianeti) sono in tutto 10 e girano intorno ad un corpo infuocato (in fiamme) che è il centro dell’universo.
Abbiamo la Terra, la Luna, il Sole, i cinque pianeti conosciuti, l’Antiterra e il cielo delle stelle fisse. Questi pianeti non si muovono da soli ma sono incastrati su un corpo infuocato.
La struttura aristotelica è quasi identica solo che Aristotele mette la Terra al centro al posto del fuoco.

I Pitagorici per la prima volta dicono che i sensi sono legati al cervello e non al cuore.

I Pitagorici pensavano che il numero era la sostanza delle cose. Il numero era pensato come un insieme di unità e l’unità era pensata come il punto geometrico.
Quindi se tutte le cose sono numeri allora tutto è ordinato e si può misurare. Il mondo ha un ordine geometrico.
Le opposizioni tra le cose diventano così opposizioni tra numeri. I numeri possono essere pari o dispari e questo scontro tra pari e dispari si può vedere in tutte le cose.
I Pitagorici pensano che il dispari sia qualcosa di limitato, quindi con dei limiti, compiuta, finita e perciò perfetta mentre il pari è qualcosa di illimitato, senza limiti.
Per i Pitagorici si parla di dualismo, perché ci sono due principi che si scontrano.
L’ordine, il bene, la perfezione e il maschile sono dalla parte del dispari mentre il disordine, l’imperfezione e il femminile sono dalla parte del pari.
Questi elementi opposti però trovano un loro accordo dato che nel mondo c’è il principio di armonia. Dato che la scienza dell’armonia è la musica, i rapporti musicali rappresentano l’armonia universale.
Le idee matematiche vengono usate anche per interpretare l’uomo e il rapporto con gli altri. Ad esempio si dice che la giustizia è un numero quadrato perché dà le punizioni uguali alle colpe.

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