Parmenide

Nasce ad Elea, una colonia greca sulla costa della Campania a sud di Paestum. Vive tra il 550 e il 450 a.c.
Scrive il suo pensiero in un’opera scritta in versi che oggi viene chiamata “Intorno alla natura”. Nella parte iniziale Parmenide immagina di essere in un carro tirato da cavalle di fuoco e in compagnia delle figlie del Sole. Questo carro lo trasporta davanti ad una Dea che gli rivela cosa è la verità.
In quest’opera, quindi, poesia e filosofia si mischiano.

Parmenide dice che di fronte all’uomo si aprono due vie: la strada verità (alètheia che in greco vuol dire ciò che non è nascosto), e la verità si fonda sulla ragione che ci porta a conoscere il vero Essere; e poi c’è la strada dell’opinione (doxa), che si basa sui sensi e ci porta a conoscere l’essere apparente.
Il filosofo, ovviamente, deve prendere la via della verità. Come è questa via? Parmenide parla dei due principi logici:
– il principio di identità; cioè una cosa è uguale a se stessa. A = A
– il principio di non-contraddizione: una cosa non può essere allo stesso tempo A e non-A
Fondandosi su questi principi Parmenide dice che l’Essere NON può NON essere; cioè l’Essere deve essere (A=A) mentre il non-essere (non-A) NON può essere (non-A è diverso da A).
Quindi solo l’essere esiste, mentre il non-essere, appunto, non esiste e non lo si può pensare.
L’essere è, il nulla non è. Pensare ed essere sono la stessa cosa.

Parmenide parla di come deve essere l’Essere. L’Essere deve essere:
– Ingenerato: cioè non generato, non creato. Se venisse creato, prima di nascere non sarebbe niente. Quindi sarebbe non-essere. E l’essere non può essere non-essere
– Imperituro: cioè non può morire, è immortale. Se morisse diventerebbe non-essere. Quindi rientrerebbe in gioco il non-essere.
– Eterno: cioè è sempre, esiste sempre. Infatti abbiamo visto che non è creato e non è distrutto.
Non puoi dire che l’essere ERA, perché vorrebbe dire che poi diventa qualcosa di diverso dall’essere (ma noi sappiamo che A=A) e non puoi dire che SARA’ per lo stesso motivo. Quindi l’essere E’. E’ sempre presente.
– Immutabile: cioè non muta mai, cioè non cambia mai. Se cambiasse diventerebbe qualcosa di diverso dall’essere, appunto.
– Immobile: cioè non si muove. Se si muovesse andrebbe in posti dove prima NON era. Quindi rientra in gioco il non-essere.
– Unico: ce ne è uno solo. Se fosse molteplice (cioè più di uno) vorrebbe dire che tra uno e l’altro c’è uno spazio, c’è un non-essere (perché in quello spazio non è né uno né l’altro).
– Omogeneo: cioè è uguale in tutte le sue parti. Se avesse delle parti diverse tornerebbe in gioco il non-essere. Infatti una parte NON sarebbe uguale all’altra.
– Finito: cioè con i confini. Questo perché per Parmenide e per i greci, ciò che è perfetto deve avere dei confini, deve essere completo e compiuto (con una fine).
L’Essere secondo Parmenide è NECESSARIO (cioè deve essere per forza così).

Che cosa è questo Essere di cui parla Parmenide? Non lo sappiamo con certezza. Per alcuni è una realtà metafisica (cioè va al di là dei sensi), per altri invece è una realtà corporea (cioè che ha un corpo), per altri invece è solo una costruzione logica.
Comunque dopo queste qualità verranno usate da altri pensatori per parlare di Dio.

Ma come è il mondo in cui viviamo? Dato che il mondo in cui viviamo ha a che fare con molte cose che si muovono, si distruggono, sono nel tempo e cambiano; quindi dato che il mondo non ha le stesse qualità dell’Essere questo vuol dire che è fatto solo di illusioni e apparenze (cose che appaiono ma non sono vere).
Nella seconda parte del suo poema, Parmenide parla dell’opinione (la prima parte del poema è dedicata alla verità).
Parmenide vuole dare una teoria del mondo dell’esperienza e dell’apparenza (cioè il mondo in cui viviamo).
Parmenide quindi dice che ci sono:
– La verità assoluta; che abbiamo già visto.
– L’opinione ingannevole, cioè che fa sbagliare (viene chiamata doxa fallace); include il non-essere, quindi è contro il principio di non-contraddizione.
– L’opinione plausibile, cioè che potrebbe essere; questa opinione non si scontra con in principio di non-contraddizione.
Come è possibile l’opinione plausibile? Parmenide dice che due cose che si oppongono (come la luce e la notte) sono tutte e due essere. Non è che la luce E’ e la notte NON-E’. Sono tutte e due essere. Quindi questi due opposti, in realtà, vengono uniti nell’essere, che è ciò che hanno in comune.
Da questo mondo di cose apparenti Parmenide arriva ad escludere la morte, che sarebbe non-essere. Infatti dice addirittura che il cadavere (il corpo del morto) sarebbe sensibile al freddo e al silenzio.

Comunque dobbiamo sempre ricordarci che questo è il mondo dell’opinione e non della verità assoluta.

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