Gorgia

Nasce a Lentini, in Sicilia, tra il 490 e il 483 a. C. e sembra che sia morto dopo i cento anni.
Pare fosse figlio di un medico e che la sua famiglia fosse ricca.
La sua capacità oratoria (cioè la capacità di fare discorsi) lo ha reso famoso prima in Tessaglia e poi ad Atene. Spesso sfidava i cittadini a teatro chiedendo loro che gli facessero delle domande ed egli sapeva rispondere a tutto.
Tra i suoi allievi più famosi ci sono: Isocrate (uno storico), Crizia (uno dei 30 tiranni), Alcibiade (uno dei guerrieri più forti) e Tucidite (grandissimo storico).

Nell’Epitaffio ricorda ed elogia i soldati morti durante la guerra del Peloponneso.

Nella Difesa di Palamede attacca gli inganni di Ulisse.

Nel Non essere Gorgia scrive le sue tesi principali:
– Nulla c’è
– Se anche qualcosa c’è, l’uomo non lo può conoscere
– Se anche si può conoscere, non si può comunicare agli altri

Gorgia dimostra così la prima tesi:
Ammettiamo che qualcosa esista. Questo qualcosa sarà:
– o essere
– o non essere
– o un insieme di essere e non essere

Sappiamo che il non essere non è.
Ma anche l’essere non è, perché se fosse dovrebbe essere:
– o eterno
– o generato
– o eterno e generato insieme

Se è eterno allora: non ha principio, se non ha principio è infinito, se è infinito non è in nessun luogo, se non è in nessun luogo vuol dire che non esiste.

Se è generato dobbiamo dire da che cosa:
– non può essere generato dall’essere stesso, perché allora esisterebbe già
– non può essere generato dal non essere, perché il non essere non è.

Conclusione: l’essere non esiste.

Gorgia non dice che la realtà che abbiamo davanti non esiste, ma dice che non è possibile pensarla filosoficamente. Non si può parlare dell’essere generale, della Natura, del Principio.
Se questa struttura dell’essere generale esistesse, noi non la potremmo comunque conoscere. Infatti per conoscerla dovremmo pensare di avere in mente una fotografia della realtà ma noi pensiamo anche a cose che non esistono, quindi il nostro pensiero non fotografa la realtà.
Infine se si potesse conoscere la realtà generale non la si potrebbe comunicare perché il linguaggio è una cosa diversa dalla realtà (se tu dici “sasso” dalla tua bocca esce una parola non il sasso).

Nell’Encomio di Elena Gorgia difende Elena dall’accusa di essere la causa della guerra di Troia.
Gorgia dice che Elena ha fatto quello che ha fatto per:
– caso o volontà degli dèi. E’ andata a Troia perché l’hanno deciso gli dèi, quindi non poteva opporsi. Non era libera di scegliere e quindi non è responsabile dell’azione.
– Perché è stata rapita da Paride. La colpa quindi è del rapitore, quindi la responsabilità è di Paride.
– Perché è stata convinta dalle parole. Elena è giustificata perché la parola è in grado di cambiare lo stato d’animo delle persone. La parola non agisce sul piano logico ma sull’emotività (sulle emozioni). La parola è uno strumento di convinzione (cioè che serve a convincere). La parola convince perché affascina. Elena è stata quindi costretta dalla parola e non è responsabile.
Gorgia dice che la parola e la verità sono due cose diverse. La funzione del linguaggio è di convincere e non di mostrare la verità.
– Perché era innamorata di Paride. Quindi la divinità Amore aveva agito per farla innamorare e in questo caso la responsabilità è del Dio.
Gorgia quindi dimostra che Elena è innocente.

In realtà così sembra che tutto ciò che gli uomini fanno lo fanno per passione, per gli inganni, a causa delle situazioni. Gli uomini non sono mai colpevoli e non sono mai completamente responsabili dato che non sono veramente liberi.

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