Ingiustamente amati

Senza dire che, ai privilegi e benefizi, è troppo facile adattarsi. Le agevolezze di vita rendono superficiali, assecondano le riparatrici e già troppo spontanee lablità della memoria. I dolori di ieri si dimenticano, anche e proprio quando furono più luttuosi e cocenti, e si dimentica quanto cordoglio e quante angosce sia costato questo bene, che oggi pare largito appunto per aiutarci a dimenticare. Ci si abitua a essere amati, a vivere con facilità; e l’abitudine rischia di diventare presto un bisogno, e il bisogno acquisito rischia di creare la presunzione di un diritto. Può, questa nostra, parere una riottosa, bizzosa, vittimistica, incontentabile paura di essere amati. Ed è soltanto paura di essere gratuitamente amati, ingiustamente amati, cioè male amati: non più costretti a far nulla per meritarci questo amore. Ma domani, inevitabilmente dovremo ricominciare a meritarcelo: e allora? non saremo stati viziati?

16 ottobre 1943