Leggere, come io l’intendo, vuol dire profondamente pensare.
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Se ho perso la vita, il tempo, tutto
Se ho perso la vita, il tempo, tutto
Quello che ho buttato, come un anello nell’acqua.
Se ho perso la voce nelle erbacce
Mi resta la parola.
Se ho sofferto la sete, la fame, tutto
Quello che era mio e risultò essere niente.
Se ho segato le ombre nel silenzio
Mi resta la parola.
Se ho aperto le labbra per vedere il volto
Puro e terribile della mia patria.
Se ho aperto le labbra fino a strapparmele,
Mi resta la parola.
Perché vivere si è messo al rosso vivo
Perché vivere si è messo al rosso vivo
(Sempre il sangue, oh Dio, è stato rosso)
dico vivere, vivere come se nulla
dovesse rimanere di ciò che scrivo.
Perché scrivere è un vento fuggitivo
E pubblicare, colonna circondata.
Dico vivere, vivere d’impulso, adirata-
mente, citare dal puntello.
Torno alla vita, con la mia morte sulle spalle,
Rifiutando ciò che ho scritto prima: rifiuti
Dell’uomo che sono stato quando tacevo.
Adesso torno al mio essere, torno alla mia opera
Più immortale: quella festa indomita
Del vivere ed il morire. Il resto è di troppo.
Perché voglio il tuo corpo ciecamente
Perché voglio il tuo corpo ciecamente.
perché desidero la tua bellezza piena.
perché cerco quell’orrore, quella catena
Mortale, che trascina inconsolabilmente.
Inconsolabilmente. Dente a dente,
Vado bevendo il tuo amore, la tua notte piena.
Dente a dente, Signore, e vena a vena
Stai sorbendo la mia morte. Lentamente.
Perché voglio il tuo corpo e lo cerco
Attraverso il tuo sangue e il nulla.
Perché cerco la tua notte tutta intera.
Perché voglio morire, vivere con te
Quest’orribile tristezza innamorata
Che abbraccerai, oh Dio, quando io morirò.
Alla vita
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio come fa lo scoiattolo,
ad esempio, senza aspettarti nulla dal di fuori o nell’al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio ma sul serio a tal punto
che messo contro il muro,
ad esempio, le mani legate o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli altri uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo che nulla è più bello,
più povero della vita.
Prendila sul serio ma sul serio a tal punto
che a settantanni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli ma perché non crederai
alla morte, pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.
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Tra tutti gli dèi che gli uomini inventarono, il più generoso è quello che unendo molte solitudini ne fa un giorno d’allegria.
Autopsicografia
Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.
E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.
Luce del mattino
Chissà perché la notte, come la gomma, è di un’infinita elasticità e morbidezza, mentre il mattino è così spietatamente affilato. La sua luce sembra puntata contro di me. Dura, trasparente, inesorabile. La odio.
da Sonno profondo
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La vita è un movimento incessante che, quando non può continuare in linea retta, si trasforma in moto circolare.
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Anche se una stella è visibile solo da Ariccia cionondimeno resta una stella.
Prospettiva Nevskij
Un vento a trenta gradi sotto zero
incontrastato sulle piazze vuote e contro i campanili
a tratti come raffiche di mitra disintegrava i cumuli di neve.
E intorno i fuochi delle guardie rosse accesi per scacciare i lupi
e vecchie coi rosari.
Seduti sui gradini di una chiesa
aspettavamo che finisse messa e uscissero le donne
poi guardavamo con le facce assenti la grazia innaturale di Nijinsky.
E poi di lui si innamorò perdutamente il suo impresario
e dei balletti russi.
L’inverno con la mia generazione
le donne curve sui telai vicine alle finestre
un giorno sulla prospettiva Nevski per caso vi incontrai Igor Stravinsky
e gli orinali messi sotto i letti per la notte
e un film di Ejzenstejn sulla rivoluzione.
E studiavamo chiusi in una stanza
la luce fioca di candele e lampade a petrolio
e quando si trattava di parlare aspettavamo sempre con piacere
e il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare
l’alba dentro l’imbrunire.
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Non a caso indugiare è l’anagramma di digiunare: spesso chi perde tempo rimane a bocca asciutta.
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Nessuno ha abbastanza anima per tenere sotto controllo i nervi
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A Roma piove
l’estate si interrompe.
Abiti estivi.