Canto notturno (di un pastore errante dell’Aria)

Il navigante si perse in un sogno
di stelle irrangiugibili;
da allora tutti i dati trasmessi
sono illeggibili:
ogni tanto ci arrivano segni
che registra solo il cuore:
forse, forse, non c’è stato mai,
e sono tutte storie.
In questa notte seminata di nuvole
che non una luce trema,
ogni domanda è la risposta a una domanda
della risposta prima;
ogni ritorno è una falsa partenza,
l’illusione di un movimento,
come questo bagno di lacrime
che non ho pianto.

Troppo cielo;
troppe foglie ha buttato il pensiero;
troppi nomi per dirne uno solo;
troppe, queste lezioni di volo:
fammi scendere, portami via, via, via,
portami via con te,
portami a casa mia,
tienimi sempre,

via, via, via,
un tempo io sognai,
prima di te sognai,
solo di ombre,
solo di ombre.

Nella memoria del mondo ci sono battaglie
e nostalgie del cielo,
grandi navi portano a spasso
la luce del pensiero:
ma io ricordo soltanto quel bacio,
quel giorno di primavera:
tutta la storia non vale
il tuo bacio di una sera.

Io ti amo:
ho paura ogni istante che abbiamo;
ho paura di averti di meno;
come un cieco ti ho dato la mano;
non lasciarmela, portami via, via, via,
portami via con te,
portami a casa mia,
tienimi sempre

via, via, via,
un tempo io sognai,
prima di te sognai,
solo ombre,
e adesso…

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