Voi sapete e io so e tu sai
che quando la tendina gialla si strappa
quando il gatto balza inferocito
quando il vecchio barista si appoggia al bancone
quando il colibrì dorme
voi sapete e io so e tu sai
quando i carri armati si esercitano su finti campi di battaglia
quando lasci correre le gomme in autostrada
quando il nano ubriaco di bourbon a buon mercato la notte piange solo
quando i tori vengono allevati con cura per i matador
quando l’erba ti guarda e gli alberi ti guardano
quando il mare racchiude creature immense e vere
voi sapete e io so e tu sai
la tristezza e la gloria di due pantofole sotto un letto
la danza del tuo cuore che balla col tuo sangue
le fanciulle amorose che prima o poi odieranno gli specchi
fare gli straordinari all’inferno
pranzare con un’insalata andata a male
voi sapete e io so e tu sai
la fine per come la conosciamo adesso
sembra uno squallido imbroglio dopo una squallida agonia ma
voi sapete e io so e tu sai
la gioia che a volte spunta da non si sa dove
sorgendo come un falco che vaga nell’impossibilità
voi sapete e io so e tu sai
la strabica pazzia dell’euforia assoluta
sappiamo che alla fine non siamo stati truffati
voi sapete e io so e tu sai
quando guardiamo le nostre mani i nostri piedi le nostre vite la nostra strada
il colibrì addormentato
la morte assassinata dagli eserciti
il sole che ti mangia mentre lo guardi
voi sapete e io so e tu sai
sconfiggeremo la morte.
Categoria: Charles Bukowski
Peggio e meglio
Negli ospedali e nelle galere
è il peggio
nei manicomi
è il peggio
negli attici
è il peggio
in strade di tuguri che si sfanno
è il peggio
alle letture poetiche
ai concerti rock
alle fiere di beneficenza per gli inabili
è il peggio
ai funerali
ai matrimoni
è il peggio
alle parate
nelle piste di pattinaggio
alle orgie
è il peggio
a mezzanotte
alle tre del mattino
alle cinque e quarantacinque del pomeriggio
è il peggio.
La squadra di pompieri
che cade dal cielo
questo è il meglio.
Pensare all’India
guardare i chioschi di popcorn
osservare il toro che prende il matador
questo è il meglio.
Lampioni ingabbiati
un vecchio cane che gratta
noccioline in un sacchetto di celluloide
questo è il meglio.
Spruzzare gli scarafaggi
un paio di calze pulite
viscere naturali che battono il naturale talento
questo è il meglio.
Di fronte a squadre di pompieri
gettare molliche ai gabbiani
affettare i pomodori
questo è il meglio.
Tappeti bucati da sigarette
buchi nei marciapiedi
cameriere ancora sane
questo è il meglio.
Le mie mani morte
il mio cuore morto
il silenzio
adagio di rock
il mondo che s’infiamma
questo è il meglio
per me.
La tragedia delle foglie
Mi destai alla siccità e le felci erano morte,
le piante in vaso gialle come grano;
la mia donna era sparita
e i cadaveri dissanguati delle bottiglie vuote
mi cingevano con la loro inutilità;
c’era ancora un bel sole, però,
e il biglietto della padrona ardeva d’un giallo caldo
e senza pretese; ora quello che ci voleva
era un buon attore, all’antica, un burlone capace di scherzare
sull’assurdità del dolore; il dolore è assurdo
perché esiste, solo per questo;
sbarbai accuratamente con un vecchio rasoio
l’uomo che un tempo era stato giovane e,
così dicevano, geniale; ma
questa è la tragedia delle foglie,
le felci morte, le piante morte;
ed entrai in una sala buia
dove stava la padrona di casa
insultante e ultimativa,
mandandomi all’inferno,
mulinando i braccioni sudati
e strillando
strillando che voleva i soldi dell’affitto
perché il mondo ci aveva tradito
tutt’e due.
Lo scricchiolare
troppo
troppo poco
troppo grasso
troppo magro
o niente.
risate o
lacrime
chi odia
chi ama
estranei con le facce come
i culi delle
puntine da disegno
eserciti che corrono attraverso
strade di sangue
agitando bottiglie di vino
infilzando e scopando
vergini.
un vecchio in una stanzetta
con una fotografia di M. Monroe.
c’è al mondo una così grande solitudine
che la puoi vedere negli scatti lenti delle lancette
di una sveglia.
gente così stanca
mutilata
d’amore e di disamore.
la gente semplicemente non va bene insieme
senza eccezione.
il ricco non va bene al ricco
il povero non va bene al povero.
abbiamo paura.
il nostro sistema educativo ci dice
che possiamo tutti essere
fortunati vincenti.
non ci ha detto niente
degli sfigati
o dei suicidi.
o del terrore di una persona sofferente
in qualche luogo
da solo
senza che nessuno gli parli
senza che nessuno lo tocchi
innaffiando una pianta.
la gente non sta bene insieme
non va bene uno con l’altro
insieme non funziona.
credo che non vi riusciranno mai.
non glielo chiedo.
ma a volte
ci rifletto.
il grando ondeggerà al sole
le nuvole rannuvoleranno
e il carnefice decapiterà il bambino
come mordesse un cono gelato.
troppo
troppo poco
troppo grasso
troppo magro
o niente.
più odiatori che amanti.
la gente non va bene insieme.
se invece stesse bene
le nostre morti non sarebbero così tristi.
intanto osservo le ragazze
spiccare
il fiore del caso.
deve esserci un modo.
di certo deve esserci un modo a cui
ancora non abbiamo pensato.
chi mi ha messo dentro questo cervello?
urla
domanda
dice che una possibilità c’è.
non dirà
«no.»