Le stelle sono tante, milioni di milioni,
la luce dei lampioni si confonde con la strada lucida.
Seduto o non seduto, faccio sempre la mia parte,
con l’anima in riserva e il cuore che non parte.
Però Giovanna io me la ricordo ma è un ricordo che vale dieci lire.
E non c’è niente da capire.
Mia moglie ha molti uomini,
ognuno è una scommessa perduta ogni mattina nello specchio del caffè.
Io amo le sue rughe ma lei non lo capisce,
ha un cuore da fornaio e forse mi tradisce,
però Giovanna è stata la migliore,
faceva dei giochetti da impazzire.
E non c’è niente da capire.
Se tu fossi di ghiaccio ed io fossi di neve,
che freddo amore mio, pensaci bene a far l’amore.
È giusto quel che dici ma i tuoi calci fanno male,
io non ti invidio niente,
non ho niente di speciale.
Ma se i tuoi occhi fossero ciliege io non ci troverei niente da dire.
E non c’è niente da capire.
È troppo tempo amore che noi giochiamo a scacchi,
mi dicono che stai vincendo e ridono
da matti, ma io non lo sapevo che era una partita,
posso dartela vinta e tenermi la mia vita.
Però se un giorno tornerai da queste parti,
riportami i miei occhi e il tuo fucile.
E non c’è niente da capire.
Categoria: Francesco De Gregori
Rimmel
E qualcosa rimane, fra le pagine chiare,
fra le pagine scure,
e cancello il tuo nome dalla mia facciata
e confondo i miei alibi e le tue ragioni,
i miei alibi e le tue ragioni.
Chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato vincente
ma lo zingaro è un trucco.
Ma un futuro invadente, fossi stato un pò più giovane,
l’avrei distrutto con la fantasia,
l’avrei stracciato con la fantasia.
Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla
a quella di chissà chi altro.
I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare come vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi.
Santa voglia di vivere e dolce Venere di Rimmel.
Come quando fuori pioveva e tu mi domandavi
se per caso avevi ancora quella foto
in cui tu sorridevi e non guardavi.
Ed il vento passava sul tuo collo di pelliccia
e sulla tua persona e quando io,
senza capire, ho detto sì.
Hai detto “E’ tutto quel che hai di me”.
È tutto quel che ho di te.
Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla
a quella di chissà chi altro.
I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare come vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi.
Renoir
Gli aerei stanno al cielo, come le navi al mare
come il sole all’orizzonte la sera, come vero che non voglio tornare
a una stanza vuota e tranquilla dove aspetto un amore lontano
e mi pettino i pensieri col bicchiere nella mano
Chi di voi l’ha vista partire, dica pure che stracciona era
quanto vento aveva nei capelli, se rideva o se piangeva
la mattina che prese il treno, era seduta accanto al finestrino
vide passare l’Italia ai suoi piedi, giocando a carte col suo destino
Ora i tempi si sa che cambiano, passano e tornano tristezza e amore
da qualche parte c’è una stanza più calda
sicuramente esiste un uomo migliore
io nel frattempo ho scritto altre canzoni, di lei parlano raramente
ma non vero che io l’abbia perduta, dimenticata come dice la gente.
Due zingari
Ecco stasera mi piace così
con queste stelle appiccicate al cielo
la lama del coltello nascosta nello stivale
e il tuo sorriso trentadue perle
così disse il ragazzo nella mia vita non ho mai avuto fame
e non ricordo sete di acqua o di vino
ho sempre corso libero, felice come un cane.
Tra la campagna e la periferia e chissà da dove venivano i miei
dalla Sicilia o dall’Ungheria
avevano occhi veloci come il vento leggevano la musica
leggevano la musica nel firmamento
Rispose la ragazza ho tredici anni
trentadue perle nella notte
e se potessi ti sposerei per avere dei figli
con le scarpe rotte
girerebbero questa ed altre città
questa ed altre città a costruire giostre e a vagabondare
ma adesso è tardi anche per chiaccherare.
E due zingari stavano appoggiati alla notte
forse mano nella mano e si tenevano negli occhi
aspettavano il sole del giorno dopo
senza guardare niente
sull’autostrada accanto al campo
le macchine passano velocemente
e gli autotreni mangiano chilometri
sicuramente vanno molto lontano
gli autisti si fermano e poi ripartono
dicono c’è nebbia, bisogna andare piano
si lasciano dietro un sogno metropolitano.
Tutti cercano qualcosa
Tutti cercano qualcosa,
magari per vie infinite,
magari per vie difficili e misteriose.
A volte con arroganza e a volte senza pudore,
a volte senza speranza e ormai nemmeno più dolore.
Soltanto per un pò di tempo o per la vita intera,
nel sole di mezzogiorno o nella polvere di questa lunga sera.
Tutti cercano qualcosa che non sanno più ma io di più.
Mi manchi che fuori è freddo, mi manchi che fuori piove,
che fuori c’è quest’aria scura che non si muove.
E manchi a tutta quanta la terra, a tutta la gente del mondo,
mi manchi da tutto il tempo, nel tempo di questo secondo.
E mancano le parole
e manca il fiato e la voce diventa di vetro
in questo tempo affilato.
Tempo che prende fuoco se manchi tu.. ma io di più.
E sarà fuoco e sarà amore, oppure non sarà.
E sarà amore da guardare finchè non ci vedrà.
E sarà amore da pregare finchè non tornerà,
sarà ricordo da bruciare finchè non scalderà.
Sarà ricordo da portare finchè non peserà.
Tutti cercano qualcosa, la verità che non ha confini,
il nome della rosa e il nome degli assassini,
la verità che non ha colore e dorme sepolta dalle stagioni
e come questo povero cuore non ha padroni.
E manca a tutta quanta la terra,
a tutta la gente del mondo
e manca da tanto tempo in questo tempo di piombo.
E tutti vogliono qualcosa che non hanno più. Ma io di più…
E sarà fuoco e sarà amore, oppure non sarà.
E sarà amore da guardare finchè non ci vedrà.
E sarà amore da pregare finchè non tornerà,
sarà ricordo da bruciare finchè non scalderà.
Sarà ricordo da portare finchè non peserà.
La donna cannone
Butterò questo mio
enorme cuore
tra le stelle un giorno
giuro che lo farò
e oltre l’azzurro della tenda
nell’azzurro io volerò
quando la donna cannone
d’oro e d’argento diventerà
senza passare per la stazione
l’ultimo treno prenderà
in faccia ai maligni
e ai superbi
il mio nome scintillerà
dalle porte della notte
il giorno si bloccherà
un applauso del pubblico pagante
lo sottolineerà
dalla bocca del cannone
una canzone esploderà
e con le mani amore
per le mani ti prenderà
e senza dire parole
nel mio cuore ti porterò
e non avrò paura
se non sarò bella come dici tu
e voleremo in cielo
in carne ed ossa
non torneremo più
e senza fame e senza sete
e senza ali e senza rete
voleremo via
così la donna cannone
quell’enorme mistero volò
tutta sola verso un cielo nero
nero s’incamminò
tutti chiusero gli occhi
l’attimo esatto in cui sparì
altri giurarono spergiurarono
che non erano mai stati li
e con le mani amore
per le mani ti prenderò
e senza dire parole
nel mio cuore ti porterò
e non avrò paura
se non sarò bella come vuoi tu
e voleremo in cielo
in carne ed ossa
non torneremo più
e senza fame e senza sete
e senza ali e senza rete
voleremo via