Colpevole

Colpevole,
di averti incontrata
non so neanche io perché
colpevole,
di un palpito
che mi ha toccato nel profondo.
Colpevole
di averci provato
con quello sguardo in più
piacevole
il sintomo
di abbandonarsi insieme a te.
Ma perché questa vita
non è mai come la vorresti tu
perché invece adesso
non è più lo stesso senza te
senza di te…
Colpevole
di averci pensato
e aver tenuto tutto dentro
colpevole o debole
per non averti ancora qui!…
Ma perché questa vita
non è mai come la vorresti tu
perché invece adesso
non è più lo stesso senza te,
senza di te
Colpevole
di averti incontrato
non so neanche io perché
colpevole
di averti qui
di averti detto ancora sì
Colpevole di averti qui
di averti detto ancora sì…

Non ti aspetto più

Non ti aspetto più
neanche se quando ritorni
ritornasse un’altra estate
Non ti aspetto più
è passato molto tempo
le mie stagioni sono già finite

Non ti aspetto più
e vado via da qui
oltre questo ponte
un altro ponte
e ancora un fiume
e un altro fiume ci sarà

Non ti aspetto più
e vado via perchè
oltre l’ orizzonte
un altro mare
e ancora un mare
e un altro amore
ci sarà

Via con me

Via, via, vieni via di qui,
niente più ti lega a questi luoghi, neanche questi fiori azzurri…
via, via, neache questo tempo grigio
pieno di musiche e di uomini che ti son piaciuti,

It’s wonderfoul, it’s wonderfoul, it’s wonderfoul
good luck my babe, it’s wonderfoul,
it’s wonderfoul, it’s wonderfoul, I dream of you…
chips, chips, du-du-du-du-du

Via, via, vieni via con me
entra in questo anore buio, non perderti per niente al mondo…
via, via, non perderti per niente al mondo
Lo spettacolo d’ arte varia di uno innamorato di te,

It’s wonderfoul, it’s wonderfoul, it’s wonderfoul
good luck my babe, it’s wonderfoul,
it’s wonderfoul, it’s wonderfoul, I dream of you…
chips, chips, du-du-du-du-du

Via, via, vieni via con me,
entra in questo amore buio pieno di uomini
via, via, entra e fatti un bagno caldo
c’è un accappatoio azzurro, fuori piove un mondo freddo,

It’s wonderfoul, it’s wonderfoul, it’s wonderfoul
good luck my babe, it’s wonderfoul,
it’s wonderfoul, it’s wonderfoul, I dream of you…
chips, chips, du-du-du-du-du

20 Km al giorno

20 km al giorno
10 all’andata
10 al ritorno
20 km al giorno
per poi sentirmi dire che
non hai voglia di uscire
20 km al giorno
polvere e sole
andata e ritorno
20 km al giorno
per poi sentirmi dire che
non mi vuoi piu’ vedere
avevo le scarpe pulite
e la camicia
fresca di bucato
un mazzo di fiori di prato
ma tutto e’ andato sprecato
a 20 km al giorno
breve l’andata
lungo il ritorno
20 km al giorno
per poi tornare a casa e
non pensare che a te
avevo le scarpe pulite
e la camicia
fresca di bucato
un mazzo di fiori di prato
ma tutto e’ andato sprecato
20 km al giorno
10 all’andata
10 al ritorno
20 km al giorno
per poi tornare a casa e
non pensare che a te
la la la la la la la la
la la la la
la la la la

Il funambolo

Son maestro di follia,
vivo la mia vita sulla fune
che separa la prigione della mente
dalla fantasia.
Il mio futuro è nel presente
ed ogni giorno allegramente
io cammino sul confine immaginario
dell’orizzonte mentre voi,
signori spettatori, mi guardate dalla strada,
cuori appesi ad un sospiro
per paura che io cada
ma il mio equilibrio è in cielo
come i sogni dei poeti,
mai potrei viver come voi
che avete sempre la certezza della terra sotto i piedi.

Son maestro di pazzia
e vola sulla corda la mia mente
a rincorrere i pensieri
ad inseguire l’utopia
di catturare almeno un “oggi”
prima che diventi “ieri”
e provare a far danzare il tempo.

Signori spettatori lo spettacolo è finito,
vi saluto con l’inchino,
sempre in bilico sull’orlo del destino
e un sorriso avrò per tutti voi,
che vediate nel funambolo un buffone
o che vediate in lui un artista
e ringrazio chi ha disegnato questa vita mia perché
mi ha fatto battere nel petto il cuore di un equilibrista.

Te c’hanno mai mandato a quel paese

Me sarò chiesto cento
mille volte
io che non so’
né re né imperatore
che ho ffatto
per trovamme sta reggina
nel letto fra le bbraccia
in fonno al core
e dato sì che sei così preziosa
stasera io te vojo
di’ na cosa
te c’hanno mai mannato
a quel paese
sapessi quanta gente che ce sta
er primo cittadino è amico mio
tu dije che te c’ho mannato io
e va e va
va avanti tu
che adesso c’ho da fa’…
sarai la mia metà
ma si nun parti
diventi un altro po’ la mia trequarti
e va e va
nun puoi sape’ er piacere che me fa’…
magari qualche amico te consola
così tu fai la scarpa
e lui te sola
io te ce manno sola
io te ce manno sola
sola senza de me
già che ce so
me levo st’altro peso
co’ tte che fai er capoccia
e stai più su
te sei allargato troppo
senti ‘a coso
mica t’offendi se
te do der tu?
te c’hanno mai mannato
a quel paese
sapessi quanta gente che ce sta
a tte te danno la medaglja d’oro
e noi te ce mannammo tutti in coro
e va e va
chi va con la polenta e baccalà…
io so’ salmone
e nun me ‘mporta niente
a me me piace anna’ controcorente
e va e va
che più sei grosso
e più ce devi anna’…
e t’aritroverai nel posto giusto
e prima o poi vedrai
ce provi gusto
sto solo scherzando
gussto sto solo cantando
uh sto solo a scherza’ pardon
ma quanno alla mattina
sto allo specchio
c’è un fatto
che me bbutta giù er morale
io me ritrovo sempre
ar gabbinetto
e me ricanto addosso sto finale
te c’hanno mai mannato a quel paese
sapessi quanta gente che ce sta
così che m’encoraggio
e me consolo
cor fatto de mannammece da solo
e va e va
che si ce devi anna’
ce devi anna’…
tanto se te anniscondi dietro a un vetro
na mano c’hai davanti e l’altra dietro
e va e va
è inutile che stamo a litiga’…
tenemoce abbracciati stretti stretti
che tanto prima o poi
ce annamo tutti
a quel paese
tutti a quel paese
tutti a quel paese
tutti a quel paese
tutti a quel paese
tutti a quel paese
tutti a quel paese
tutti a quel paese là

Un tempo piccolo

Diventai grande in un tempo piccolo
mi buttai dal letto per sentirmi libero
vestendomi in fretta per non fare caso
a tutto quello che avrei lasciato
scesi per la strada e mi mischiai al traffico

rotolai in salita come fossi magico
toccando terra rimanendo in bilico
diventai un albero per oscillare
spostai lo sguardo per mirare altrove
cercando un modo per dimenticare

dipinsi l’anima
su tela anonima
e mescolai la vodka
con acqua tonica
poi pranzai tardi all’ora della cena
mi rivolsi al libro come a una persona
guardai le tele con aria ironica
e mi giocai i ricordi provando il rischio
poi di rinascere sotto le stelle
ma non scordai di certo un amore folle
in un tempo piccolo

ingannai il dolore con del vino rosso
buttando il cuore in qualunque posto
mi addormentai con un vecchio disco
tra i pensieri che non riferisco
chiudendo i dubbi in un pasto misto

dipinsi l’anima
su tela anonima
e mescolai la vodka
con acqua tonica
poi pranzai tardi all’ora della cena
mi rivolsi al libro come a una persona
guardai le tele con aria ironica
e mi giocai i ricordi provando il rischio
poi di rinascere sotto le stelle
ma non scordai di certo un amore folle
in un tempo piccolo

e mi giocai i ricordi provando il rischio
poi di rinascere sotto le stelle
ma non scordai di certo un amore folle
in un tempo piccolo.

Il Mare d’inverno

Il mare d’inverno
è solo un film in bianco e nero visto alla TV.
E verso l’interno,
qualche nuvola dal cielo che si butta giù.
Sabbia bagnata,
una lettera che il vento sta portando via,
punti invisibili rincorsi dai cani,
stanche parabole di vecchi gabbiani.
E io che rimango qui solo a cercare un caffè.

Il mare d’inverno
è un concetto che il pensiero non considera.
E’ poco moderno,
è qualcosa che nessuno mai desidera.
Alberghi chiusi,
manifesti già sbiaditi di pubblicità,
Macchine tracciano solchi su strade
dove la pioggia d’estate non cade.
E io che non riesco nemmeno a parlare con me.

Mare mare, qui non viene mai nessuno a trascinarmi via.
Mare mare, qui non viene mai nessuno a farci compagnia.
Mare mare, non ti posso guardare così perché
questo vento agita anche me,
questo vento agita anche me.

Passerà il freddo
e la spiaggia lentamente si colorerà.
La radio e i giornali
e una musica banale si diffonderà.
Nuove avventure,
discoteche illuminate piene di bugie.
Ma verso sera, uno strano concerto
e un ombrellone che rimane aperto.
Mi tuffo perplesso in momenti vissuti di già.

Mare mare, qui non viene mai nessuno a trascinarmi via.
Mare mare, qui non viene mai nessuno a farci compagnia.
Mare mare, non ti posso guardare così perché
questo vento agita anche me,
questo vento agita anche me

La tartaruga

La bella tartaruga che cosa mangerà?
Chi lo sa, chi lo sa!
Due foglie di lattuga poi si riposerà.
Ah ah ah, ah ah ah!

La tartaruga un tempo fu
un animale che correva a testa in giù.
Come un siluro filava via
che ti sembrava un treno sulla ferrovia.
Ma avvenne un incidente: un muro la fermò;
si ruppe qualche dente e allora rallentò.

La tartaruga da allora in poi
lascia che a correre pensiamo solo noi
perché quel giorno poco più in là
andando piano lei trovò la felicità:
un bosco di carote, un mare di gelato
che lei correndo troppo non aveva mai guardato
e un biondo tartarugo corazzato che ha sposato un mese fa.

La bella tartaruga nel mare va perché?
Ma perché, ma perché!
Fa il bagno e poi si asciuga dai tempi di Noè.
Eh eh eh, eh eh eh.

La tartaruga lenta com’è
afferra al volo la fortuna quando c’è;
dietro una foglia, lungo la via
lei ha trovato là per là la felicità:
un prato di insalata, un lago di frittata,
spaghetti alla chitarra per passare la serata;
un bosco di carote, un mare di gelato
che lei correndo troppo non aveva mai notato
e un biondo tartarugo corazzato che ha sposato un mese fa

Quelli che ben pensano

Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi a far promesse senza mantenerle mai se non per calcolo, il fine è solo l’utile, il mezzo ogni possibile, la posta in gioco è massima, l’imperativo è vincere e non far partecipare nessun altro, nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro: niente scrupoli o rispetto verso i propri simili perchè gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili.
Sono tanti arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti, sono replicanti, sono tutti identici guardali stanno dietro a maschere e non li puoi distinguere.
Come lucertole si arrampicano, e se poi perdon la coda la ricomprano.
Fanno quel che vogliono si sappia in giro fanno, spendono, spandono e sono quel che hanno.
Sono intorno a me ma non parlano con me… Sono come me ma si sentono meglio…
Sono intorno a me ma non parlano con me… Sono come me ma si sentono meglio…
…e come le supposte abitano in blisters full-optiona, con cani oltre i 120 decibels e nani manco fosse Disneyland, vivon col timore di poter sembrare poveri, quel che hanno ostentano e tutto il resto invidiano, poi lo comprano, in costante escalation col vicino costruiscono: parton dal pratino e vanno fino in cielo, han più parabole sul tetto che S.Marco nel Vangelo…
e sono quelli che di sabato lavano automobili che alla sera sfrecciano tra l’asfalto e i pargoli, medi come i ceti cui appartengono, terra-terra come i missili cui assomigliano.
Tiratissimi, s’infarinano, s’alcolizzano e poi s’impastano su un albero, boom!
Nasi bianchi come Fruit of the Loom che diventano più rossi d’un livello di Doom…
Sono intorno a me ma non parlano con me… Sono come me ma si sentono meglio…
Sono intorno a me ma non parlano con me… Sono come me ma si sentono meglio…
Ognun per se, Dio per se, mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica, mani ipocrite, mani che fan cose che non si raccontano altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano.
Mani che poi firman petizioni per lo sgombero, mani lisce come olio di ricino, mani che brandiscon manganelli, che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli.
Quelli che la notte non si può girare più, quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv, che fanno i boss, che compran Class, che son sofisticati da chiamare i NAS, incubi di plastica, che vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara ma l’unica che accendono è quella che dà loro l’elemosina ogni sera, quando mi nascondo sulla faccia oscura della loro luna nera…
Sono intorno a me ma non parlano con me… Sono come me ma si sentono meglio…
Sono intorno a me ma non parlano con me… Sono come me ma si sentono meglio…

Due destini

Ti ricordi i giorni chiari dell’estate
quando parlavamo fra le passeggiate
stammi più vicino ora che ho paura
perché in questa fretta tutto si consuma
mai non ti vorrei veder cambiare mai
Perché siamo due destini che si uniscono
stretti in un istante solo
che segnano un percorso profondissimo dentro di loro
superando quegli ostacoli
se la vita ci confonde
solo per cercare di essere migliori
per guardare ancora fuori
per non sentirci soli
Ed è per questo che ti sto chiedendo
di cercare sempre quelle cose vere
che ci fanno stare bene
mai io non le perderei mai
Perché siamo due destini che si uniscono
stretti in un istante solo
che segnano un percorso profondissimo dentro di loro
superando quegli ostacoli
che la vita non ci insegna
solo per cercare di essere più veri
per guardare ancora fuori
per non sentirci soli

Il cielo in una stanza

Quando sei qui con me
questa stanza non ha più pareti
ma alberi,
alberi infiniti
quando sei qui vicino a me
questo soffitto viola
no, non esiste più.
Io vedo il cielo sopra noi
che restiamo qui
abbandonati
come se non ci fosse più
niente, più niente al mondo.
Suona un’armonica…
…mi sembra un organo
che vibra per te e per me
su nell’immensità del cielo.
Per te, per me…
…nel cielo

E penso a te

Io lavoro e penso a te
torno a casa e penso a te
le telefono e intanto penso a te
Come stai? E penso a te
Dove andiamo? E penso a te
Le sorrido abbasso gli occhi e penso a te
Non so con chi adesso sei
non so che cosa fai
ma so di certo a cosa stai pensando
è troppo grande la città
per due che come noi
non sperano però si stan cercando cercando
Scusa è tardi e penso a te
ti accompagno e penso a te
non son stato divertente e penso a te
sono al buio e penso a te
chiudo gli occhi e penso a te
io non dormo e penso a te

Quanto t’ho amato

Se tu mi avessi chiesto: “Come stai?”
se tu mi avessi chiesto dove andiamo
t’avrei risposto “bene, certo sai”
ti parlo però senza fiato
mi perdo nel tuo sguardo colossale,
la stella polare sei tu mi sfiori e ridi no, cosi non vale
non parlo e se non parlo poi sto male

Quanto t’ho amato e quanto t’amo non lo sai
e non lo sai perchè non te l’ho detto mai
anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

Quanto t’ho amato e quanto t’amo non lo sai
non l’ho mai detto e non te lo dirò mai
nell’amor le parole non contano conta la musica.

Se tu mi avessi chiesto: “Che si fa?”
se tu mi avessi chiesto dove andiamo
t’avrei risposto dove il vento va
le nuvole fanno un ricamo
mi piove sulla testa un temporale
il cielo nascosto sei tu ma poi svanisce in mezzo alle parole
per questo io non parlo e poi sto male

Quanto t’ho amato e quanto t’amo non lo sai
e non lo sai perchè non te l’ho detto mai
anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

Quanto t’ho amato e quanto t’amo non lo sai
non l’ho mai detto e non te lo dirò mai
nell’amor le parole non contano conta la musica.

Quanto t’ho amato e quanto t’amo non lo sai
non l’ho mai detto ma un giorno capirai
nell’amor le parole non contano conta la musica

Per te

È per te che sono verdi gli alberi
e rosa i fiocchi in maternità
è per te che il sole brucia a luglio
è per te tutta questa città
è per te che sono bianchi i muri
e la colomba vola
è per te il 13 dicembre
è per te la campanella a scuola
è per te ogni cosa che c’è ninna na ninna e…
è per te che a volte piove a giugno
è per te il sorriso degli umani
è per te un’aranciata fresca
è per te lo scodinzolo dei cani
è per te il colore delle foglie
la forma strana della nuvole
è per te il succo delle mele
è per te il rosso delle fragole
è per te ogni cosa che c’è ninna na ninna e…
è per te il profumo delle stelle
è per te il miele e la farina
è per te il sabato nel centro
le otto di mattina
è per te la voce dei cantanti
la penna dei poeti
è per te una maglietta a righe
è per te la chiave dei segreti
è per te ogni cosa che c’è ninna na ninna e…
è per te il dubbio e la certezza
la forza e la dolcezza
è per te che il mare sa di sale
è per te la notte di natale
è per te ogni cosa che c’è
ninna na ninna e…