Una parte di me s’intriga a tentare
un’altra non vuole volerti.
Ragione non è del tutto aliena:
se volessi potrei non vederti, aspettarti, cercarti
ma non voglio privarmi di due ore di pace
in giorni come questi miei
in cui tutto ciò che imploro
starebbe in un abbraccio
che non riesco ad avere sincero.
Condannati al quotidiano abbozzare,
al ripetuto ingoiare giornate,
mi rifletto nel tuo slancio convinto
di ideali che covi in silenzio:
questo mondo sovrasta cogli urli di certezze sbagliate e svuotate
le illusioni dolenti dei nostri vent’anni.
Ma tu sembri crederci ancora
a una coerenza di ideali in cui credere,
sei tra i pochi che cercano ancora
una via di fuga
dal migrare forzato tra casa e doveri.
Sembriamo in attesa perenne che qualcosa ci smuova
dall’apatico procedere
verso la gabbia dell’essere vecchi.
davanti ai sogni che ti vedo negli occhi,
la stessa disillusione che ho io nella voce…
Sembriamo due uccelli ancorati alla terra
da parametri inventati dall’uomo:
da orari, doveri, guadagni…
E di nuovo ho paura,
di me,
che desidero sempre cose che non riuscirò a raggiungere,
che tremo all’idea di potermi innamorare di te…
…che magari ami un’altra…
O forse il bisogno che ho,
come una droga,
del tuo sorridere
è soltanto frutto di una strana alchimia,
sedativo dell’anima
il tuo ascoltarmi.
Qualsiasi cosa sia o sarà
ne avrò paura
perché solo l’idea
di rischiare e fallire
sarebbe uno schiaffo,
un muro che crolla
che lascerò rantolare
disfatto in frammenti.
Questa è una lettera
questo è il mio gioco:
giocare a svelare un passaggio nascosto,
una crepa nel muro
da cui spii la mia vita,
te la lascio guardare, capire, colmare
Donare è una forma di amare. Se ti piace il nostro lavoro, considera la possibilità di fare una piccola donazione.