Si chiama scuola di Mileto perché questi filosofi vivono nella città di Mileto, in una parte della Grecia che si chiama Ionia. I tre autori fondamentali di questa scuola sono:
– Talete, è il fondatore ed è considerato il primo filosofo della storia
– Anassimandro
– Anassimene
Tutti e tre sono cosmologi, cioè studiano la metafisica, quindi studiano i principi del mondo.
Fino a Platone tutti gli autori sono chiamati presocratici, poi c’è Socrate (“pre-” vuol dire “che viene prima”, quindi “presocratici” vuol dire “che vengono prima di Socrate”). La novità di Socrate è che si occupa soprattutto dell’uomo mentre i presocratici si occupano soprattutto della natura e della realtà. Socrate però non ha mai scritto niente.
Bisogna dire che Socrate non è stato il primo ad occuparsi dell’uomo anche se è stato il più importante, infatti prima di lui lo ha fatto un altro gruppo di filosofi chiamati “sofisti”, quindi per questo i presocratici sono anche chiamati presofisti.
Di tutta la filosofia fino a Platone non ci restano le opere ma solo frammenti (piccole parti).
I frammenti vengono divisi in tre tipi indicati con le lettere A, B, C, D:
– A → sono biografici
– B → sono opere, scritti proprio dall’autore
– C → sono spuri, cioè si è pensato per un periodo che erano di un autore e poi dopo si è pensato che erano di altri
– D → sono dubbi, non siamo sicuri che siano dell’autore
Il contenuto di questa classificazione può cambiare perché i frammenti di un tipo poi possono diventare di un altro tipo (frammenti di tipo B possono diventare di tipo D ecc…).
Talete
Nasce a Mileto fra il VII e il VI secolo a. C., non sappiamo con precisione quando è nato. Non si sa nulla delle origini della sua famiglia ma sappiamo che il padre si chiama Examio e che era anche lui di Mileto.
Erodoto attribuisce a Talete (cioè dice che è sua) la previsione di un’eclissi totale di sole avvenuta intorno al 585 a. C., quindi la vita di Talete è intorno a questi anni.
Non ci sono opere scritte perché pare che in Grecia la scrittura si cominciasse ad usare intorno al VII secolo a. C.
Talete diceva che il principio di tutto è l’acqua. Perché l’acqua?
In Grecia si pensava che la natura si basasse su quattro elementi naturali: aria, terra, fuoco e acqua.
Talete afferma che il principio primo è l’acqua, cioè l’acqua è l’archè.
Talete ha usato la sensibilità per dire che l’acqua è l’archè. Talete parte dal fenomeno.
Fenomeno vuol dire “ciò che appare”.
Talete viene chiamato “empirista”, gli empiristi pensano che il mondo esterno può essere studiato solo attraverso i sensi.
Talete parte dall’osservazione: tutto ciò che senza vita è secco mentre tutto ciò che è vivo contiene acqua. Quindi l’acqua deve essere l’origine di tutto, l’archè.
L’acqua è sostanza. La parola sostanza viene dal latino “sub” e “stare”, cioè vuol dire “stare sotto”.
L’acqua è sostanza in due modi:
– dal punto di vista fisico: la Terra si trova sopra l’acqua.
– in senso astratto (cioè non-reale, pensato): l’acqua sostiene il mondo perché se non ci fosse l’acqua il mondo non esisterebbe.
Aristotele (un altro filosofo che viene molto dopo Talete) critica Talete perché si chiede: l’acqua su cosa si sostiene?
Talete si occupa anche si psicologia. La parola psicologia viene da “psyche” (si legge psiuche) che vuol dire “anima” e “logos”; quindi la psicologia è il discorso sull’anima.
Per Talete l’anima è la capacità di muovere. Tutto il mondo è animato, quindi si parla di panpsichismo, dove “pan” vuol dire tutto; quindi si crede che tutto ha un’anima. Il panpsichismo viene anche chiamato, per questo, animismo.
Anassimandro
Dopo la morte di Talete è probabile che la scuola ionica sia passata nelle mandi di Anassimandro verso la metà del VI secolo a. C. (611 e 547 a. C.). Anassimandro divenne famoso perché pare che sia stato il primo filosofo a rendere pubblico un suo scritto che si chiamava Intorno alla natura.
Di questa opera abbiamo solo frammenti.
Anassimandro sembra essere stato il primo a introdurre la parola “archè” per indicare il principio delle cose.
Per Anassimandro l’archè è l’infinito, in greco to apeiron. Apeiron viene da “a” che vuol dire senza e “peiron” che vuol dire limiti. Quindi sarebbe meglio dire che l’archè per Anassimandro è l’illimitato (cioè senza limiti).
L’archè non è più l’acqua e si inizia a pensare che l’archè può essere qualcosa di non materiale, cioè qualcosa che non si tocca, che non si può toccare.
Anassimandro non sceglie uno dei quattro elementi ma dice che prima dei quattro elementi c’è un’altra natura. L’apeiron è in continuo movimento e da questo si staccano gli elementi contrari: acqua e fuoco, terra e aria. I quattro elementi si staccano a coppie. Quindi la realtà viene generata attraverso la separazione.
L’apeiron non è solo archè ma è anche telos, quindi c’è una visione circolare dell’universo.
Per Anassimandro ci possono essere infiniti mondi perché l’apeiron non si ferma mai e può creare più mondi contemporaneamente. Il movimento dell’apeiron è rotatorio (cioè circolare). Questo movimento è chiamato Logos.
Il logos, cioè la parola, l’ordine e la legge, è quello che governa la physis, cioè la natura.
Logos può essere anche inteso come il discorso che comunica la legge, quindi si afferma che questa legge può essere capita ed essere spiegata.
Nella sua cosmologia il mondo è ordinato e dà ordine.
L’apeiron poi è eterno, cioè dura per sempre ed è indistruttibile, cioè non si può distruggere. Per questo è divino.
Aristotele critica Anassimandro perché Anassimandro non dice di che cosa è fatto l’apeiron.
Il logos ci dice come l’archè diventa natura, come la natura diventa telos e come il telos ritorna alla natura.
L’ordine del tempo è stabilito dal logo. Gli esseri seguono il logos.
Quando si arriva alla fine del mondo gli esseri pagano anche per le colpe che hanno fatto.
Ogni essere quando muore perde la capacità di agire. Ogni essere ha un tempo determinato (preciso) di vita.
Quando un essere esiste non può non degenerare (distruggersi). L’esistenza fa in modo che un oggetto sia inserito nello spazio e nel tempo a differenza dell’essere che non ha né l’uno né l’altro.
L’essere quando entra nell’esistere è soggetto al tempo, cioè deve seguire le regole del tempo e quindi è costretto a seguire la corruzione, cioè la sua distruzione (l’essere quando esiste invecchia, si modifica, si distrugge). Questa condizione, cioè il fatto di dover seguire il tempo, viene cancellata con la morte.
Per Anassimandro la Terra è un cilindro sospeso nel mezzo del mondo e non è tenuto da niente, infatti essendo in mezzo non è spinto ad andare da nessuna parte.
Per Anassimandro gli uomini non sono nati così in natura, infatti non avrebbero potuto sopravvivere, quindi pensa che gli uomini vengano da altri animali, specialmente dai pesci. Dopo che i pesci hanno dato da mangiare agli uomini, gettano questi sulla terra.
Anassimene
Anassimene è considerato l’ultimo esponente della scuola di Mileto.
In alcuni testi viene scritto sulla sua nascita intorno al periodo della 53esima olimpiade e morte intorno alla 63esima. I Greci spesso calcolavano il tempo in base alle olimpiadi che erano dei giochi molto importanti ed erano regolari. Quando c’erano le olimpiadi anche le guerre venivano interrotte e non si combatteva fino alla fine dell’olimpiade.
Pensiamo che la 53esima olimpiade ci sia stata nel 560 a. C. o nel 546 a. C. mentre la 63esima dovrebbe essere tra il 528 e il 525 a. C.
Anassimene alla morte di Anassimandro è diventato il direttore della scuola di cui rimangono pochi frammenti.
Anassimene pensa che l’archè sia l’aria. L’aria è infinita in grandezza ma è determinata dalle sue qualità.
L’aria diventa gli altri elementi attraverso la rarefazione (cioè diventato più aperta, leggera, allargandosi) e la condensazione (cioè restringendosi).
Con una maggiore rarefazione diventa fuoco mentre con la condensazione diventa prima acqua e poi terra e il resto.
Anche Anassimene pensa che il movimento sia eterno e con questo movimento si trasforma tutto. Il mondo poi si distruggerebbe e si creerebbe in maniera regolare e circolare.
Anassimene dice che come la nostra anima, che è aria, ci tiene insieme, allo stesso modo il soffio e l’aria abbracciano tutto il mondo.
Se l’anima è pensata come aria, vuol dire che è pensata come materia. In questo modo torniamo ad una concezione materialista. Il materialismo è un’idea filosofica che afferma che un principio materiale può spiegare nello stesso tempo i fenomeni fisici della natura e quelli psichici dell’anima.
Se l’anima è pensata come aria abbiamo anche una visione ilozoista. Ilozoista viene dalla parola “hylè” (si legge iulè) che vuol dire “materia” e “zoè” che vuol dire “animale”. Una filosofia è ilozoista quando si considera l’universo come se fosse un animale.
Anassimene è poi un immanentista. Immanente viene dal latino “in” che vuol dire “dentro” e “manere” che vuol dire “rimanere”, immanente è ciò che rimane dentro. Infatti il principio di Anassimene rimane dentro l’universo che crea, non è qualcosa che viene da fuori e lo crea.
Il contrario di immanente è trascendente, e “trascendere” vuol dire “andare oltre”.
Anassimene è chiamato anche “monista”. Monista viene da “monos” e vuol dire “uno”
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