Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono

Testo:

Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond’io nudriva ‘l core
in sul mio primo giovenile errore
quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono,

del vario stile in ch’io piango e ragiono
fra le vane speranze e ‘l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.

Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;

e del mio vaneggiar vergogna è ‘l frutto,
e ‘l pentirsi, e ‘l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.

Parafrasi:

Voi che ascoltate in poesie staccate fra di loro, il suono
di quei sospiri con cui io davo da mangiare al cuore
al tempo del mio primo errore giovanile
quando ero quasi diverso da quello che sono ora,

Spero di trovare pietà e non solo perdono
per lo stile vario in cui piango e ragiono
fra le speranze inutili e l’inutile dolore
se c’è qualcuno che conosca il significato della parola more per averlo direttamente provato.

Ma vedo bene come tutti
hanno chiacchierato di me, per cui spesso
mi vergogno di me stesso con me stesso;

Il risultato che aggiungo seguendo cose inutili
è la vergogna, il pentimento e il conoscere chiaramente che
tutti i piaceri del mondo sono come sogni che durano poco.

Spiegazione:

Il poeta scrive che ormai è maturo e rileggendo le sue poesie giudica in modo negativo il suo comportamento di quando era giovane e anche lo stile in cui ha scritto.
Spera che chi legge possa perdonarlo, specialmente le persone che hanno provato lo stesso sentimento. Il sentimento d’amore è un errore.
Il poeta sa che la sua speranza non si è avverata perché per molto tempo la gente rideva di lui. Non può sfuggire alla vergogna. Dopo questa vergogna arriva al pentimento e dopo il pentimento arriva a capire che tutte le cose piacevoli sono vane (inutili) e durano poco.
Il sonetto è scritto in maniera armoniosa, chiara e musicale ed è quindi lontano da dolore che esprime il contenuto. Quindi filtra i suoi pensieri attraverso la purezza dell’arte, la poesia; li ordina laciando la complessità dello scorrere del pensiero. Il nostro pensare è caotico (confusionario), Petrarca lascia questo scorrere dei pensieri.
L’amore vince sulla pudicizia (il sentimento di vergogna), la morte vince sull’amore, la fama vince sulla morte.
Concetto di vanità: anche la più grande gioia è destinata a finire. L’uomo ha bisogno di rinnovare sempre il piacere, la soddisfazione.
Il “voi” di cui parla è il pubblico, specialmente quelli che conoscono l’amore, ma manca il verbo.
C’è uno scontro tra presente e passato.

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